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Galline: i Lager tra noi

Galline: i Lager tra noi

Carine queste galline vero?

Sono delle normalissime galline che camminano in un prato. Sono l’immagine che ha la maggior parte delle persone delle galline… Provate a chiedere a chi vi sta intorno cosa viene loro in mente quando pensano alle galline, probabilmente l’immagine più ricorrente, se vivete in società e non in eremitaggio, sarà qualcosa di simile a questo:
Di sicuro nessuno penserà ad una “prelibatezza” di questo genere:
(Eppure c’è chi apprezza anche questo!)
Ma a nessuno, salvo a noi vegan, verrà in mente la verità, quello che c’è dietro alla “produzione” di queste “prelibatezze”.

I ragazzi di Nemesi Animale sono andati a filmare dei lager, pardon, degli allevamenti di galline a norma di Legge, e ne hanno fatto un ottimo video da diffondere senza moderazione:

Completa il video un bel testo esplicativo, limpido, esplicito a tutto beneficio degli onnivori che avranno voglia (coraggio?) di guardarlo. Eh sì perché i ragazzi di Nemesi animale hanno fatto il lavoro più duro: entrare nei lager, fare le riprese, sopportare tutto quello scempio dal vivo, ma anche convincere gli onnivori a guardare questi video non è un gioco!

“Per ogni prodotto che contiene uova c’è un inferno di prigionia per milioni di animali rinchiusi in luoghi come questo.”

Dal sito di Nemesi Animale:

“…La famiglia Bruzzese da quarant’anni alleva galline per la produzione di uova. Nel suo allevamento di Olgiate Olona (VA) sono attualmente prigioniere 200.000 galline.
Bruzzese ha in progetto la costruzione di un ulteriore stabilimento nel quale saranno rinchiuse altre 328.000 galline…
…Per mostrare a tutti che orrore si nasconderà dentro i capannoni che la famiglia Bruzzese vuole costruire a Busto Garolfo, e far conoscere cosa si cela dietro all’industria delle uova, alcuni attivisti di Nemesi Animale hanno deciso di documentare le condizioni delle 200.000 galline prigioniere dei capannoni già attivi di questa azienda…

www.nemesianimale.net

Nonlosapevo.com

Nonlosapevo.com

SALDI, LAV: NESSUNO SCONTO ALLA SOFFERENZA DI MILIONI DI ANIMALI UCCISI PER LA PELLICCIA. AL VIA 60 GIORNI DI PROTESTA PER CONVINCERE I BRAND ITALIANI A DIVENTARE FUR FREE: DAL 5 GENNAIO ADERISCI AL CONTEST MAIL DA www.nonlosapevo.com

Giovedì 5 gennaio, giornata dedicata allo shopping per l’avvio ufficiale dei saldi invernali, la LAV lancia un appello ai consumatori affinché orientino i propri acquisti verso prodotti in saldo che siano fur-free.

E dal sito http://www.nonlosapevo.com dà avvio all’azione di contestazione delle aziende che ancora si ostinano a commercializzare prodotti con pelliccia animale.

Da domani ed entro i prossimi 60 giorni (tutta la durata del periodo dei saldi) chiediamo la partecipazione dei consumatori per fare diventare fur-free alcune aziende individuate dalla LAV. I consumatori devono semplicemente inviare l’appello pubblicato sul sito http://www.nonlosapevo.com ed astenersi dall’acquisto di prodotti in saldo che abbiano anche solamente un piccolo inserto in pelliccia.

La LAV ha identificato alcune aziende verso le quali indirizzare la contestazione, rappresentative di diverse fasce del mercato dell’abbigliamento (dalla grande distribuzione alle aziende moda), per dimostrare loro che la maggior parte dei consumatori non vuole più acquistare prodotti contenenti pelliccia animale.

I primi destinatari della protesta saranno: Fix Design, Piazza Italia, Geox, Replay e Max Mara Fashion Group (proprietaria dei marchi Max Mara, Max&Co., Maxsport, Marina Rinaldi, Marella, Pennyblack, Newpenny, Persona, Iblues).

Mentre a marchi che già si dichiarano fur-free, come Diesel, Benetton, Fiorucci, OVS Industry, Bennet, la LAV rivolge un diverso appello: quello di ufficializzare la loro importante e responsabile scelta con la gratuita adesione allo Standard Internazionale Fur-Free, promosso in Italia dalla LAV.

In attesa di conoscere i dati sulle vendite del 2011, accessori e capi con inserti in pelliccia hanno rappresentato nel 2010 il 19% del fatturato del consumo di pellicceria in Italia, il 25% se si aggiunge il fatturato ricavato dalla vendita anche di stole e poncho. Un quarto del fatturato dell’industria della pellicceria è quindi composto da prodotti prevalentemente a basso prezzo, il che significa che, convertiti in volumi di vendita, questi prodotti sono stati acquistati da un numero ben maggiore di consumatori rispetto a coloro che hanno acquistato le più costose pellicce corte (57% di fatturato 2010) e lunghe (18%). A parità di fatturato, infatti, il volume delle vendite di prodotti con inserti in pelliccia è nettamente superiore ai volumi d vendite di pellicce lunghe o corte.

Tuttavia, considerando che l’83% degli italiani è dichiaratamente contrario all’uccisione degli animali per la loro pelliccia, come conferma il Rapporto Italia 2011 dell’eurispes, è evidente che laddove i consumatori avessero una maggiore possibilità di scelta si orienterebbero verso acquisti fur-free.

Per promuovere una moda senza pellicce, quindi, basta un click sul sito www.nonlosapevo.com, dove è anche possibile conoscere quali sono i brand disponibili in Italia e all’estero che già hanno adottato una politica fur-free.

Questa pacifica forma di pressione, in cui i consumatori hanno la possibilità di essere protagonisti di un mercato più responsabile e sostenibile, si aggiunge alla nostra richiesta di IVA doppia (46%) per tutti i prodotti contenenti anche una minima parte di pelliccia animale.

Da un comunicato di LAV Alessandria

Malefici botti di fine anno

La Lega Abolizione Caccia del Veneto invita a non acquistare i botti di capodanno.

Zanoni (LAC Veneto): “I fuochi artificiali sono causa di morte, ferimenti e traumi per cani, gatti, animali domestici ed uccelli. Chi ama la natura e gli animali preferisce il botto dello spumante.”

La LAC Lega per l’Abolizione della Caccia – Sezione del Veneto invita i cittadini che amano gli animali, domestici e selvatici, a non utilizzare i botti per festeggiare l’arrivo del nuovo anno.

Lo scoppio dei fuochi artificiali in piena notte causa agli animali danni inimmaginabili; negli uccelli un botto causa uno spavento tale che li induce a fuggire dai dormitori (alberi, siepi e tetti delle case), volando al buio alla cieca anche per chilometri, andando a morire sfracellati addosso a qualche muro, albero o cavi elettrici; quelli che riescono ad atterrare o a posarsi in qualche albero spesso muoiono assiderati a causa delle rigide temperature invernali ed alla mancanza di un riparo.

Nei gatti, e soprattutto nei cani, un botto crea forte stress e spavento tali da indurli a fuggire dai propri giardini e recinti, per scappare dal rumore a loro insopportabile, finendo spesso vittime del traffico o di ostacoli non visibili al buio.

Negli animali degli allevamenti come mucche, cavalli e conigli, le conseguenze delle esplosioni possono provocare nelle femmine gravide addirittura l’aborto da trauma da spavento.

Va ricordato che cani, gatti e piccoli animali domestici si spaventano quasi a morte per i botti della notte di San Silvestro; ciò è dovuto in particolare alla loro soglia uditiva infinitamente più sviluppata e sensibile di quella umana.

L’uomo ha un udito con una percezione compresa tra le frequenze denominate infrasuoni, intorno ai 15 hertz, e quelle denominate ultrasuoni, sopra i 15.000 hertz.

Cani e gatti, invece, dimostrano facoltà uditive di gran lunga superiori: il cane fino a circa 60.000 hertz mentre il gatto fino a 70.000 hertz.

A San Silvestro chi possiede cani e gatti deve seguire alcuni accorgimenti: se si tratta di gatti, è bene rinchiuderli in luoghi tranquilli (garage, bagno, ecc.), possibilmente chiudendo le finestre in modo che anche i bagliori, oltre ai rumori, siano diminuiti; comportarsi in modo del tutto normale, soprattutto nel caso dei cani, senza cercare di rassicurare e di accarezzare l’animale se questo mostra paura; se il cane vede che il proprietario non si agita, di conseguenza si sentirà più tranquillo.

La LAC pertanto invita i cittadini a non acquistare i botti in modo da salvare centinaia di migliaia di animali dalla morte, da probabili incidenti e da traumi da stress.

Chi malauguratamente avesse già acquistato i botti eviti almeno di utilizzarli con il buio (quando gli uccelli dormono nei vari ripari), in prossimità di alberi, cespugli e case dove sono tenuti cani, gatti ed animali domestici.

Non utilizzare i botti sarà un segno di civiltà e sensibilità anche nei confronti di tutti gli operatori, in particolar modo i Vigili del Fuoco, che il primo dell’anno devono intervenire per interventi di soccorso di animali rifugiatisi in ogni dove.

Fortunatamente quest’anno grossi comuni come Venezia, Milano e Bari, solo per fare un esempio, hanno vietato con proprie ordinanze i botti di fine anno.

Non va dimenticato che i Carabinieri e la Polizia di Stato possono applicare nei confronti di tutti un articolo del codice penale, il 703, purtroppo dimenticato da molti ma comunque in vigore, che recita: “Chiunque, senza la licenza dell’Autorità, in un luogo abitato o nelle sue adiacenze, o lungo una pubblica via o in direzione di essa (… omissis …) accende fuochi d’artificio, o lancia razzi (… omissis…), o in genere, fa accensioni o esplosioni pericolose, è punito con l’ammenda fino a lire 200.000, se il fatto è commesso in un luogo ove sia adunanza o concorso di persone, la pena è dell’arresto fino a un mese .”

Andrea Zanoni, presidente della LAC del Veneto, e dal 12 settembre scorso europarlamentare per IDV, ha dichiarato: “Chi ama gli animali non usa i botti e chi festeggia con i botti è colpevole ogni anno della morte, dopo gravi sofferenze, di migliaia di animali per spavento, ferite, assideramento. Ci appelliamo a tutte le persone sensibili e civili affinché non utilizzino i botti e convincano di ciò anche i propri conoscenti, in questo modo eviteremo una strage silenziosa e centinaia di interventi dei Vigili del Fuoco chiamati ogni anno per recuperare cani e gatti terrorizzati rifugiati nei posti più impensabili. Quindi meglio il simpatico ed innocuo botto della bottiglia di spumante così sarà festa per tutti, animali e Vigili del Fuoco compresi.”

La LAC invita i cittadini a segnalare alle autorità l’abuso dei fuochi artificiali e gli episodi che potrebbero coinvolgere gli animali.

Si segnala una PETIZIONE ON LINE da sottoscrivere contro i BOTTI DI CAPODANNO: http://www.firmiamo.it/noaibottidicapodanno

LAC Lega Abolizione Caccia
Sezione del Veneto
Via Cadore, 15/C int.1
31100 Treviso
Info: 347 93 85 856
e-mail: lacveneto@ecorete.it
sito web: www.lacveneto.it

(Foto di Andreas D. su Flickr)